Casi studio
Analisi raccolte
PERÙ: l’estrazione mineraria di Glencore e Cerro de Pasco Resources Inc

Il caso dell’impresa mineraria Cerro de Pasco in Perù
Informazioni generali
SETTORE: Minerario
TEMA: Ambiente, salute
IMPRESE
Dal 1999 al 2017 l’impresa svizzera Glencore ha accumulato la maggioranza delle azioni e quindi il controllo dell’impresa peruviana Volcan Compañía Minera. A quest’ultima è poi subentrata l’impresa canadese Cerro de Pasco Resources Inc (CDPR), per l’estrazione di minerali, argento, zinco, piombo e rame, a Cerro de Pasco in Perù.
RICAVI 2019 743 milioni di dollari, perdita netta 70 milioni di dollari
COMUNITÀ COLPITE
Le comunità più vulnerabili (che vivono nei quartieri più inquinati dalla miniera) nella città di Cerro de Pasco, che conta 90.000 abitanti. Questa è attraversata dalla “voragine” della miniera a cielo aperto lunga 2 km, larga 1 km, e profonda 400 m. Da qui nel 2020 sono stati estratti principalmente lo zinco (14 mila tonnellate) e il piombo (5 mila tonnellate), secondo i dati pubblicati dall’impresa Volcan.
La vicenda
RIASSUNTO
La multinazionale Glencore con l’impresa canadese Cerro de Pasco Resources Inc (CDPR) sfruttano la minera di Cerro del Pasco. Le loro attività causano impatti negativi sull’ambiente e la salute degli abitanti locali, soprattutto bambini, adolescenti e persone vulnerabili. Le famiglie di Cerro del Pasco si sono organizzate e sono entrate nella Plataforma Nacional de Afectados y Afectadas por Metales Toxicos. Hanno chiesto al governo di assicurare vivibilità e tutela della salute. Non hanno avviato, per ora, un contenzioso con le imprese per carenze di risorse e di vie giudiziarie adeguate.
DETTAGLI
Gli impatti dell’attività estrattiva a Cerro de Pasco sono cumulativi e molteplici, e riguardano sia la sfera ambientale che sociale. Diversi studi evidenziano la contaminazione di fiumi e lagune a causa dei metalli pesanti presenti nell’acqua in quantità nettamente superiori ai limiti consentiti. I dati del Ministerio de Energía y Minas, aggiornati a dicembre del 2019, contano 40 discariche minerarie a Cerro de Pasco, e 545 in tutta la regione di Pasco.
Contaminazione dei suoli
Nessun beneficio economico
Negato l’accesso alla giustizia
WHAT IF
Con una legislazione vincolante sulla due diligence in materia di diritti umani e ambientali:
Il caso del Perù ci mostra come l’iniziativa europea sulla dovuta diligenza delle imprese avrebbe risvolti concreti e positivi rispetto alle conseguenze dell’estrazione mineraria. La presenza di multinazionali europee che operano in Perù (principalmente nel settore estrattivista), oltre Glencore e l’impresa canadese, è infatti consistente ed “invadente”. Essa trae la sua forza dai deboli apparati giuridici del Paese, dalla forte corruzione e dalla presenza di normative che proteggono gli interessi societari più che della società civile. Le implicazioni negative di questa presenza si esplicano nell’abuso e nel depauperamento delle risorse dei territori. L’assenza di una consultazione partecipativa ed inclusiva per le decisioni che riguardano i progetti estrattivi porta all’emarginazione delle parti sociali locali interessate. Ciò causa inevitabilmente lo scoppio di conflitti molto accesi tra Stato e società civile.
In particolare, una norma europea sulla dovuta diligenza delle imprese riuscirebbe ad assicurare un unico, armonizzato standard a livello di EU. Sarebbe così in contrasto con un mosaico di diverse misure a nazionali e di settore, assicurando la certezza legale rispetto agli obblighi delle imprese su diritti umani e ambiente. Si potrebbe così indebolire il modello estrattivista vigente dove la deregolamentazione e la corruzione sono norma (in particolare attraverso il cosiddetto meccanismo della porta girevole).
Una delle difficoltà maggiori riscontrate rispetto alla possibilità di denuncia è nella frammentazione normativa rispetto ai settori di business, tra gli Stati membri e sull’area di applicazione. Sarebbe più facile riferirsi ad un sistema normativo uniformato sia per la corporate accountability sia per l’accesso a giustizia e rimedio.
Il carattere vincolante della normativa europea permetterebbe di smascherare i codici di condotta solo apparentemente responsabili, di cui le imprese si sono dotate per tutelare la propria immagine. Potrebbe inoltre portare alla luce le importanti responsabilità statali ed imprenditoriali nelle violazioni di diritti umani e dell’ambiente.