Repsol e l’incidente di Ventanilla in Perù
SETTORE: petrolifero
TEMA: disastro ambientale, accesso alle risorse
IMPRESE
REPSOL S.A. è una multinazionale spagnola del comparto energetico e petrolchimico. Ha base a Madrid ed è presente in altri 30 Paesi. L’azienda è attiva in tutti gli stadi della filiera, dall’esplorazione petrolifera alla commercializzazione di energia e prodotti petrolchimici. Inoltre è il maggiore sponsor del team Honda Racing Corporation Moto GP. Nel 2021, Repsol ha processato una media di circa 576.000 barili di petrolio equivalente al giorno. L’azienda ha fornito lavoro a oltre 25 mila lavoratori nel mondo, di cui circa 3000 solo in Perù.
FATTURATO 2020: 49,3 miliardi di euro, utile netto (primi 9 mesi del 2021) 1.939 miliardi di euro
COMUNITÀ COLPITE
Il porto di Ventanilla, situato nell’omonimo distretto a nord di Lima, è il principale hub di pesca del Paese. Gli oltre 1500 pescatori che vi lavorano, da anni sono messi in difficoltà dall’inquinamento derivato dalla raffineria REPSOL di La Pampilla. Inoltre, a seguito dalle restrizioni della pandemia da COVID-19 e dai recenti sversamenti. Poco più a nord, nel distretto di Chancay, si stima che altre 2000 famiglie presto vedranno scomparire le proprie fonti di sostentamento. Anche la biodiversità marina delle riserve naturali è in grave pericolo.
La vicenda
Migliaia di barili di greggio sono stati riversati in mare durante le operazioni di scarico di una petroliera nel distretto di Ventanilla, Perù. La flora e la fauna su un’area di oltre 3 milioni di km quadrati sono state le prime ad essere colpite. Conseguentemente anche le comunità di pescatori hanno risentito dei danni ambientali di quello che è il peggiore incidente petrolifero della storia del Perù.
Dalla costa del Perù viene estratto circa il 19% del greggio del Paese. La produzione è superata solo dagli impianti situati nella zona della foresta amazzonica, in cui si concentra il 70% dell’attività petrolifera. REPSOL è presente in Perù dal 1995. Attualmente possiede diritti minerari su un’area di esplorazione nella foresta e tre siti di produzione e sviluppo per un totale di oltre 13mila km quadrati. Dal 1996, inoltre, REPSOL Perù gestisce al 92% la raffineria La Pampilla, situata a El Callao, nel distretto di Ventanilla. Qui si producono carburanti di vario genere, lubrificanti e asfalti.
Il 15 gennaio 2022 dalla petroliera Mare Doricum, battente bandiera italiana, si sono riversati in mare 6000 dei 985mila barili totali trasportati. Stando a quanto dichiarato da REPSOL, un’onda anomala scatenata dall’eccezionale eruzione di un vulcano sottomarino nell’arcipelago delle isole Tonga ha reso difficoltose le operazioni di scarico presso la raffineria La Pampilla. Questo avrebbe causato in questo modo quello che viene definito come il peggior incidente petrolifero della storia del Perù.
L’ecosistema marino e costiero ha subito dei danni gravissimi. Il ciclo della fotosintesi marina è stato alterato a causa della coltre nera che impedisce il passaggio della luce. I fondali sono ricoperti dalla componente più pesante del petrolio che, affondando, colpisce flora e fauna marine e introduce componenti tossiche nelle catene alimentari. Numerose sono, inoltre, le segnalazioni di animali, soprattutto volatili, trovati ricoperti di petrolio.
Il Governo peruviano ha immediatamente dichiarato lo stato di emergenza, mettendo a disposizione tutte le risorse disponibili per risanare la zona colpita. REPSOL potrebbe essere chiamata a pagare fino a 35 milioni di dollari in sanzioni. Si tratterebbe in ogni caso di meno del 2% delle vendite della raffineria nel 2020.
Il Governo peruviano ha richiesto che REPSOL si prenda la piena responsabilità dell’accaduto e delle azioni di riparazione dei danni nei confronti dell’ambiente e delle popolazioni colpite. In aggiunta, sarà richiesto all’azienda di fare tutto il necessario per adottare misure che impediscano il ripetersi di eventi simili nel futuro. C’è anzi la possibilità che il Governo sospenda le autorizzazioni a operare nel Paese.
Di tutta risposta, REPSOL lamenta alla Marina peruviana di non aver diramato l’allarme tsunami a seguito dell’eruzione del vulcano di Tonga, considerato causa scatenante dell’accaduto. Una task-force delle Nazioni Unite è stata mobilitata per valutare l’applicazione delle misure d’urgenza.
Gli oltre 1500 pescatori del porto di Ventanilla hanno perso la propria fonte di sostentamento principale e subiranno sulla propria pelle gli effetti a lungo termine del tale disastro ambientale. Alcuni di loro stati assunti da affiliate di REPSOL per portare avanti le operazioni di pulizia della zona colpita, ma sono molti quelli che stanno lavorando senza un regolare contratto, senza essere stati adeguatamente formati ed equipaggiati.
Nel frattempo, a causa della corrente di Humboldt che lambisce la costa peruviana, la macchia di petrolio si sta espandendo verso nord. Sta al momento raggiungendo il distretto di Chancay, dove altre 2000 famiglie subiranno la stessa sorte dei pescatori di Ventanilla. Con l’espandersi della marea nera, sono state inoltre chiuse le spiagge a nord di Lima. Il danno economico stimato è di almeno 10 milioni di dollari (non comprendenti gli impatti sulle economie informali).
La compensazione proposta da REPSOL consiste nella fornitura di cibo alle famiglie colpite. La misura è ritenuta decisamente insufficiente dalle associazioni di pescatori, che chiedono in aggiunta assistenza sanitaria e appoggio economico per poter allontanarsi dall’area interessata dall’incidente per continuare a pescare.
Repsol dovrebbe attenersi a degli standard internazionalmente riconosciuti per la risoluzione di situazioni di rischio per i diritti umani e per l’ambiente.